La pandemia causata dal Covid-19 e la conseguente crisi economica ha ulteriormente aggravato il quadro generale in tema di lavoro femminile e pari opportunità.
Come vedremo in questo articolo, i settori maggiormente colpiti dalla crisi sono, in larga parte, quelli che vedono impiegate soprattutto le donne – servizi ricettivi, ristorazione e assistenza domestica.
Panoramica sulle pari opportunità in Italia
Il lungo e ancora incompiuto percorso verso il raggiungimento delle pari opportunità tra uomini e donne in Italia, storicamente, si può dire, inizi solo nel 1945 quando, grazie al suffragio universale, è stato riconosciuto il diritto al voto alle donne.
Da allora numerosi interventi normativi si sono susseguiti in Italia al fine permettere alle donne di essere equiparate sotto ogni aspetto agli uomini, ne sono un esempio:
- La legge n.903 del 9 dicembre del 1977 – Parità di trattamento tra uomini e donne in materia di lavoro;
- La legge n.125 del 10 aprile 1991 che estende i diritti di Pari opportunità agli ambiti sociali ed economici;
- Il Lgs n.61 del 25 febbraio 2000 il quale tutela le donne affinché possano conciliare la vita lavorativa con la vita familiare;
- Il Lgs n.198 dell’11 aprile 2006 altresì conosciuto come “Codice delle pari opportunità tra uomo e donna”.
A tali leggi e Decreti Legislativi si aggiungono numerose azioni messe in atto dalle Comunità Europea, non ultima la Strategia per la Parità di Genere 2020 – 2025 e i numerosi principi giuridici presenti nella Costituzione Italiana art. 3, 37, 51 e 117.
Se la legislazione sembra garantire a pieno le pari opportunità di genere, purtroppo nei fatti non c’è garanzia che le donne abbiano le stesse possibilità degli uomini nella carriera, tematiche come la gravidanza non sono del tutto risolte (si legga su questo l’approfondimento su lavoro e maternità di cerca lavoro) e ancora oggi nel 2021 possono esserci difficoltà e discriminazioni.
Covid 19: cosa è cambiato nell’occupazione femminile.
Il Covid-19 ha, evidentemente, cambiato il modo di vivere e di lavorare delle persone. Tutti noi abbiamo regole da rispettare come: l’uso delle mascherine e del gel igienizzante; oltre che restrizioni negli spostamenti se non per reali esigenze.
Regole e limiti che hanno colpito numerosi lavoratori e datori di lavoro. Interi settori vivono da mesi, ormai, in uno stato di perenne incertezza riguardo il proprio futuro.
Tale contesto, così come evidenziato nel report della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro ha colpito in particolar modo le lavoratrici.
Nel secondo trimestre del 2020, successivamente al primo lockdown, i dati raccolti mostrano un calo degli occupati donna pari a 470 mila unità.
Tra tutti i posti di lavoro persi nel sopra citato periodo, il 55,9% erano occupati da lavoratrici.
I contratti di lavoro che più hanno subito un calo sono i lavori a termine, ma un calo è stato registrato altresì, tra le lavoratrici autonome e nei contratti di lavoro part-time.
Il fatto che le donne risultino più colpite dagli uomini, appare una sfortunata casualità.
Come evidenziato nel rapporto, i settori che hanno dovuto interrompere l’attività sono stati, infatti e soprattutto quelli che vedevano un gran numero di lavoratrici impiegate, come il settore della ristorazione, ricettivo e dell’assistenza domestica.
I dati allarmanti, fin ora riportati, mettono in luce un altro aspetto. La difficoltà a trovare un lavoro stabile da parte delle lavoratrici potrebbe portare le donne ad uscire in maniera definitiva dal mercato del lavoro.
Le donne, infatti, durante il periodo del lockdown primaverile hanno dovuto gestire carichi di lavoro non indifferenti dovendo cercare di utilizzare il tempo sia per prendersi cura dei figli (a causa delle scuole chiuse) sia per lavorare.
Non a caso, molte giovani donne hanno, negli ultimi mesi, rinunciato a lavorare, dimostrando così delle difficoltà nella gestione del lavoro e della famiglia.
Una situazione difficile che ha portato un aumento del tasso di inattività (+8,5%), un dato allarmante che, di fatto, ha eliminato in pochi mesi tutti i piccoli progressi che l’Italia aveva fatto nell’ultimo decennio in termini di tassi di partecipazione femminile al lavoro.
In conclusione, nonostante le leggi, le norme e le iniziative in favore delle donne e delle pari opportunità, il Covid-19 ha accentuato un problema già presente che, oggi, più che mai, richiede azioni ancora più incisive.