Tutto quello che non deve comparire nella dieta di chi è soggetto ad infiammazioni dell’esofago o più semplicemente per prevenire a priori il rischio
I Italia quasi 25 persone su 100 soffrono di reflusso esofageo a causa di cattive abitudini alimentari. Le patologie che colpiscono questo organo provocano un’alterazione della deglutizione, del raggiungimento del bolo nello stomaco e del contenimento gastrico.
L’esofago è infatti l’organo che mette in comunicazione stomaco e bocca. Si tratta di un tubo lungo circa 25 centimetri, nelle persone adulte. Come qualsiasi altra parte del corpo umano è soggetto ad alterazioni anatomiche che ne compromettono il funzionamento, in altre parole vi è un’alterazione del trasporto di cibo dalla faringe allo stomaco.
L’infiammazione dell’esofago può essere di due tipi:
- indetta da ipermobilità: ossia provocata da un aumento della capacità contrattile insieme ad una mancata coordinazione tra stimoli e rilascio del cardias,
- indetta per ipomotilità: ossia generata da insufficienza contenitiva del cardias
entrambe, se trascurate, possono degenerare in infiammazioni croniche fino a sfociare in esofagite.
I consigli alimentari che riguardano questo genere di problematiche si riferiscono fondamentalmente al reflusso gastro-esofageo, una malattia cronica recidiva, pertanto la dieta sa seguire non dev’essere considerata transitoria ma permanente.
Di seguito le linee guida riguardo ai cibi da evitare in caso di infiammazione all’esofago, si tratta di consigli volti alla riduzione dei sintomi.
- alimenti ricchi di grassi
- abbondanti porzioni di cibi proteici e/o iperlipidici, sia crudi che cotti,
- bevande gassate
- alcolici
- caffè
- tè
- spezie e menta
- cioccolato
- aglio e cipolla
È inoltre sconsigliato coricarsi subito dopo aver mangiato, masticare poco e velocemente, svolgere esercizi fisici dopo i pasti ed infine bere latte prima di mettersi a dormire.