Il dibattito su chi debba rimuovere il pace-maker nei cadaveri destinati a cremazione rimane tuttora abbastanza controversa. Non vi sono leggi chiare e che valgono per l’intera penisola italiana e questo genera numerosi dubbi in merito alla questione. La Regione Lombardia ad esempio ha deciso di emanare un decreto dirigenziale ai sensi dell’Art. 10/2 L.R. 22/2003, in cui sono indicate le procedure previste ed il singolo caso in cui si possa effettuare l’asportazione di protesi da defunti destinati a cremazione, confluita successivamente nel Testo Unico delle Leggi Sanitarie della regione stessa. Questl’utima, ha successivamente precisato in un provvedimento, che si può rimuovere il pace-maker solo in caso questo sia alimentato con radionuclidi, che venivano però specialmente utilizzati in tempi passati. Come già detto, non ci sono disposizioni di legge in proposito al livello nazionale, però esistono delle normative regionali, come quella emanata dalla regione Toscana nel maggio del 2011 e nella regione Lombardia nel gennaio 2005, che danno il compito al medico necroscopo di segnalare a coloro che gestiscono l’impianto di cremazione, se il defunto abbia o meno uno stimolatore cardiaco.
Si brancola nel buio…
Non avendo un’idea chiara di ciò che può o non può essere fatto, pare si continui a brancolare nel buio. Alcuni esperti ritengono che non si corre alcun rischio nell’immettere in un forno crematorio una salma avente pace-maker. Secondo altri invece, si ritiene si possa incorrere ad un vero e proprio pericolo per la salute pubblica e per l’impianto stesso di cremazione, per una questione che riguarda le batterie dei pace-maker di vecchia data, in quanto queste pur in bassa potenza contenevano materiale radioattivo al loro interno.
Lo scenario internazionale…
A livello internazionale invece si procede d’ufficio con l’espianto preventivo di questi apparecchi, oppure in alcuni luoghi è previsto proprio dalla legge che debba avvenire la rimozione o ancora questa avviene in base ad una richiesta del gestore dell’impianto crematorio.
Se si evita l’espianto…
Qualora si decidesse di non espiantare il pace-maker dalla salma del defunto, occorrerà adottare alcuni accorgimenti per evitare l’incorrere di qualsiasi genere di problema. Molto spesso bisogna solo portare il forno crematorio, per un periodo di tempo limitato, ad una temperatura molto alta rispetto al solito, in modo tale da evitare scoppi improvvisi o altri tipi di imprevisti che potrebbero generarsi.
Quando invece si opta per la rimozione…
In caso si parli invece di espianto, occorre sapere che si tratta di una procedura onerosa che deve essere a carico della famiglia che richiede la cremazione. Se da un lato tra i compiti del medico necroscopo non vi è quello dell’asportazione dei pace-maker, dall’altra essendo l’ultimo sanitario ad entrare in contatto con il defunto, escludendo il caso in cui debba avvenire un’autopsia, potrebbe dover essere affidata proprio a lui questo compito. In caso contrario si deve invece intervenire sul pace-maker solo dopo una visita necroscopica. Sostanzialmente quindi il pace-maker può essere rimosso ma solo dopo che la salma venga sottoposta ad un periodo di osservazione e ad una successiva visita necroscopica.