In Italia, negli ultimi anni, si è resa possibile una nuova grande opportunità per gli imprenditori (o gli aspiranti tali) che desiderano avviare un’attività di successo. Infatti, grazie alla norma di legge 242 del Dicembre 2016 è stata data una importante spinta alla coltivazione e alla commercializzazione della canapa legale. Il testo di legge, molto accurato e preciso, identifica la cannabis legale come quella particolare variante di erba che contiene livelli minimi (o addirittura assenti) di THC; essa viene infatti definita anche come “cannabis light”. Il THC (tetraidrocannabinolo) è la sostanza psicoattiva più rilevante e potente presente all’interno della cannabis, ed è la responsabile degli effetti caratteristici che la canapa determina sull’essere umano. La canapa legale non deve contenere più dello 0.6% di THC, per evitare effetti stupefacenti. Se la vostra intenzione è quella di cavalcare l’onda di successo di questo prodotto, e vorreste cimentarvi nell’impresa di aprire un negozio per la vendita di canapa light, allora le prossime righe vi saranno sicuramente di grande aiuto.
Data la diffusione della cultura della cannabis, l’elevatissima qualità (dovuta a strettissimi e rigidi controlli ed a certificazione del Paese di import) della cannabis, il mercato si promette roseo e fruttifero. Ad oggi, la cannabis light sta ottenendo un successo piuttosto ampio ed il consumatore medio si identifica in una gamma molto variegata, che va dal giovane alle prime armi fino all’adulto che ha abbandonato la canapa tradizionale a favore della versione legale.
I negozi di canapa legale (anche chiamati “grow shop”) sono delle ottime forme di investimento; come aprirne uno? Come ci raccontano i responsabili di cbdexpress.it, uno dei primi negozi di vendita marijuana e cannabis legale in Italia, aprire un grow shop richiede in principio le medesime procedure burocratiche che interessano una qualsiasi attività di vendita al pubblico nel nostro Paese. È infatti necessario, dopo aver trovato un locale adatto alla vendita, procedere con l’apertura della partita IVA, iscriversi al registro delle imprese e successivamente all’INPS ed all’INAIL.
L’iter burocratico per l’avvio di questa attività non è il più semplice e richiede un po’ di attenzione, ma non si impiegano tempi troppo lunghi: per esempio, sono necessari numerosi certificati. Tra i certificati richiesti per l’apertura di un negozio di cannabis light troviamo l’attestato che documenta il rispetto totale delle leggi sulla vendita di prodotti sul suolo italiano all’interno del proprio negozio. A tal fine, è doveroso rivolgersi agli uffici dell’ente preposto dal vostro Comune, ovvero lo Sportello Unico per le Attività Produttive (il SUAP). Lo stesso discorso vale per la richiesta di esposizione delle insegne del negozio (la cui richiesta va fatta sempre al Comune) e per i documenti per l’igiene e per la sanità (per i quali è obbligatorio rivolgersi alle ASL). Infine, per poter vendere prodotti a base di canapa o cannabis light, è essenziale essere in possesso di un certificato che attesti il superamento del corso SAB, per l’avvio dell’attività commerciale.
Un’informazione decisamente interessante ed utile è il costo che l’avvio di un’attività simile comporta: in linea generale, e con tutte le possibili variazioni, l’apertura di un grow shop di medie dimensioni comporta un investimento pari a circa 30mila euro. Sicuramente la somma può aumentare o diminuire a seconda della zona in cui vi trovate, della dimensione del negozio e della sponsorizzazione (e quindi pubblicità e strategie comunicative) che intendete adottare. Deve essere senz’altro segnalato che l’apertura di un negozio in franchising consente di risparmiare una notevole quantità di denaro: infatti, le cifre ruotano attorno ai 15mila euro, ed in più c’è il vantaggio di avere aiuti da parte di chi ha già avviato delle attività di tipo commerciale.