L’ipnosi regressiva è una tecnica utilizzata in alcuni ambiti della psicoterapia, di cui si conosce ancora poco a livello scientifico, che permette al soggetto sottoposto al trattamento, di ricordare eventi traumatici della propria vita che potrebbero essere la causa scatenante dei propri disordini psicologici.
Il termine “regressiva” indica infatti la volontà di far tornare il soggetto in stato di trance, indietro fino al momento traumatico che è stato rimosso dai propri ricordi perchè troppo doloroso o difficile da affrontare, vivendolo da spettatore.
Come si svolge:
L’ipnosi o ipnosisterapia, è una tecnica usata da tempo per il trattamento del dolore fisico in soggetti che non possono o non vogliono usare farmaci e il cui problema ha una componente psicologica.
La tecnica consiste nel portare il paziente in uno stato di rilassamento tale da estraniarsi dal mondo, facendo sì che le percezioni e le stimolazioni esterne siano rallentate.
L’ipnosi si basa sul ritmo ultradiano ossia un ciclo di 24 ore in cui ogni persona vive momenti di concentrazione e deconcentrazione. Questa tecnica ha radici antiche, che risalgono addirittura agli egizi, ma solo nell’800, con le prime teorie sulla medicina psicologica fu studiata come metodo per la cura di stati d’animo e fisici. Fu ripresa anche da Freud che dedicò parte della sua carriera medica a capirne i meccanismi.
L’ipnosi regressiva è attuata solo su un paziente per volta, mai in gruppo, e dev’essere attuata solo sotto procedura guidata da un professionista.
Non tutti i soggetti inoltre si possono trattare con ipnosi regressiva: la procedura è fortemente sconsigliata su pazienti psicotici, su forti depressioni, soggetti in cura per crisi epilettiche e predisposti a convulsioni, donne incinte. Inoltre non possono essere trattati minori di 18 anni.
Per una corretta seduta di ipnosi regressiva occorre indurre nel paziente uno stato di stanchezza e torpore, una condizione di dormiveglia rilassante è la base ottimale per procedere con la regressione.
Prima di effettuare la procedura vera e propria, lo psicoterapeuta dovrà aver chiaro il quadro di salute fisico e psicologico del soggetto da trattare, quindi potrebbero essere necessarie delle sedute in preparazione al trattamento.
Il medico quindi procederà con l’alterazione dello stato di coscienza del soggetto, l’ipnosi.
Le parole dello psicoterapeuta guideranno il soggetto, dopo qualche esercizio di respirazione, in uno stato di rilassamento profondo.
Durante questo stato di trance, il paziente rivivrà progressivamente i ricordi della propria vita, dal momento stesso fino all’infanzia, guidato dalle parole del medico che riterrà quando sarà il momento opportuno per fermare la seduta in caso di traumi troppo difficili da sopportare.
Le sedute proseguiranno a ogni 15 giorni oppure con cadenza mensile, fin quando il paziente/spettatore non sarà in grado di raffrontarsi con il trauma o i traumi che hanno indotto il disagio psicologico in cui si trova.
L’ipnosi regressiva è considerata una tecnica pseudoscientifica in quanto potrebbe dar luogo anche a falsi ricordi e non a fatti realmente accaduti, anche a causa di informazioni raccolte dal subconscio durante la propria esistenza e per l’influenza dei suggerimenti del psicoterapeuta durante la seduta. Nonostante questo, molte persone si sottopongono a ipnosi regressiva con buoni risultati e le testimonianze non mancano.
Come spesso accade, l’ipnosi regressiva viene usata anche per scopi meno nobili che la cura di una patologia ma anche per pura curiosità pseudoscientifica, come scoprire se esistono vite precedenti o, in caso di regressione in pazienti con esperienze di pre-morte, per capire cosa c’è “al di là”.
Testimonianze:
Numerose le testimonianze di vite precedenti, di incontri con alieni, di altri mondi. Internet è pieno di racconti, più o meno veritieri, di chi ha vissuto l’ipnosi regressiva per scoprire di più di se stessi.
Come quella di un medico che fa sapere che un suo caro amico “non un fanatico, bensì una persona di grande levatura culturale, seria, precisa, e onesta, con un atteggiamento scettico verso fenomeni come l’ipnosi regressiva alle vite precedenti “, dopo una seduta di ipnosi regressiva, abbia potuto “vedere” la sua precedente vita: “mi ritrovo catapultato in un campo di concentramento e indosso una divisa. Questa volta nessuna immagine mi scorre davanti, sto vivendo tutto personalmente e sono completamente immerso nella scena…sono in un campo di prigionia, in una situazione di attesa snervante. Un ufficiale dell’Armata Rossa mi si avvicina e mi chiede di uccidere le persone vicine, io rifiuto ed i prigionieri mi sorridono, mi guardano stremati e tremanti con un’espressione di rispetto e gratitudine. L’ufficiale mi ordina di inginocchiarmi e ora sento la canna della pistola puntata sulla mia nuca, è gelida, le persone mi guardano ed io guardo loro.” (fonte: http://ipnosicagliari.blogspot.it/2011/12/ipnosi-regressiva-alla-vita-precedente.html )
Il paziente durante la seduta sente addirittura pronunciare il suo nome passato.
Oppure la testimonianza di una donna che durante una seduta ha preso coscienza delle sue precedenti 2 vite e probabilmente di una futura: Mimose, una ragazza vissuta tra il 1756 o il 1856, Jacob, un pittore vissuto durante la prima o la seconda guerra mondiale, e Birma “assistente in un laboratorio avanzato, in un luogo o tempo più progredito di qui…forse su un altro pianeta” (fonte: http://www.bodyweb.com/threads/64578-ipnosi-regressiva-ecco-quello-che-ho-visto! )
Un’altra testimonianza arriva direttamente da Corrado Malanga, ricercatore di Chimica Organica all’Università di Pisa e ufologo, che ha lavorato con oltre 400 soggetti, presunti rapiti da alieni, in ipnosi regressiva, per riportare in superficie le esperienze rimosse durante i rapimenti (https://www.dionidream.com/ho-ipnotizzato-400-rapiti-dagli-alieni-so-che-quelle-persone-dicono-la-verita/ ). Afferma che “I racconti di rapimenti sono tutti uguali. Alcuni sono sovrapponibili fin nei minimi particolari. Eppure i soggetti non si conoscono.”